A loro e a chi spesso è troppo di corsa per accorgersi di loro dedico quanto segue.
AMA L'ANZIANO
Lascialo parlare, perché nel suo passato ci sono tante storie vere.
Lascialo vincere nelle discussioni, perché ha bisogno di sentirsi sicuro di sé.
Lascialo andare tra i suoi vecchi amici, perché è lì che si sente rivivere.
Lascialo raccontare storie già ripetute, perché lui vuole vedere se stai alla sua compagnia.
Lascialo vivere tra le cose che ha amato, perché soffre di sentirsi spiantato dalla propria vita.
Lascialo gridare quando ha torto, perché lui e i bambini hanno diritto alla comprensione.
Lascialo salire nell'auto di famiglia quando vai in vacanza, perché l'anno prossimo avrai rimorso se lui non ci sarà più.
Lascialo invecchiare con lo stesso paziente amore con cui lasci crescere i tuoi bambini, perché tutto fa parte della natura.
Lascialo pregare come vuole, perché l'anziano è uno che avverte l'ombra di Dio sulla strada che gli resta da compiere.
Lascialo morire tra le braccia pietose, perché l'amore dei fratelli sulla terra fa meglio presentire quello del Padre nel cielo.
Fa questo e sarai in pace!
CANTICO DI UN ANZIANO
Benedetti quelli che mi guardano con simpatia
Benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco
Benedetti quelli che parlano a voce alta per minimizzare la mia sordità
Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani tremanti
Benedetti quelli che si interessano della mia lontana giovinezza
Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei discorsi già tante volte ripetuti
Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto
Benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo
Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine
Benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza
Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita
Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio
Quando entrerò nella vita senza fine mi ricorderò di loro presso il Signore Gesù.
ANZIANO O VECCHIO
L'anziano è uno che ha molti anni; il vecchio uno che ha perso lo spirito della giovinezza.
Un anziano si domanda se valga la pena fare una qualsiasi cosa, un vecchio, senza pensare, dice subito di no.
Un anziano sogna ancora; un vecchio dorme soltanto.
Un anziano vuole imparare ancora; un vecchio ha già smesso di imparare.
Un anziano ogni giorno lo vive come il primo della sua vita; per un vecchio ogni giorno sembra l'ultimo.
Un anziano ha sempre dei progetti nell'agenda; un vecchio ha l'agenda vuota e vive solo pensando al passato.
Un anziano si rinnova ogni giorno che comincia, perché guarda all'orizzonte, dove il sole spunta e illumina le sue speranze; un vecchio si trattiene a pensare che quello può essere l'ultimo dei suoi giorni e si deprime guardando le ombre del passato.
Un anziano ha sempre una speranza, ed il tempo passa veloce, perché per lui la vecchiaia non arriva mai; un vecchio passa le ore nella tristezza.
Un anziano ha le rughe come risultato dei tanti sorrisi; un vecchio ha le rughe come risultato di amarezze.
Un anziano ed un vecchio spesso hanno la stessa età cronologica, ma il loro spirito è diverso.
Pertanto, caro amico, vivi una lunga vita, ma non permettere a te stesso di diventare mai "vecchio"!
LA VECCHIA SIGNORA SCORBUTICA
Sul tavolino da notte di una vecchia signora ricoverata in un ospizio per anziani, il giorno dopo la sua morte, fu ritrovata questa lettera. Era indirizzata alla giovane infermiera del reparto.
"Cosa vedi, tu che mi curi? Chi vedi, quando mi guardi? Cosa pensi, quando mi lasci? E cosa dici quando parli di me?
Il più delle volte vedi una vecchia scorbutica, un po' pazza, lo sguardo smarrito, che non è più completamente lucida, che sbava quando mangia e non risponde mai quando dovrebbe.
E non smette di perdere le scarpe e calze, che docile o no, ti lascia fare come vuoi, il bagno e i pasti per occupare la lunga giornata grigia.
E' questo che vedi!
Allora apri gli occhi. Non sono io.
Ti dirò chi sono.
Sono l'ultima di dieci figli con un padre e una madre. Fratelli e sorelle che si amavano.
Una giovane di 16 anni, con le ali ai piedi, sognante che presto avrebbe incontrato un fidanzato.
Sposata già a vent'anni. Il mio cuore salta di gioia al ricordo dei propositi fatti in quel giorno.
Ho 25 anni ora e un figlio mio, che ha bisogno di me per costruirsi una casa.
Una donna di 30 anni, mio figlio cresce in fretta, siamo legati l'uno all'altra da vincoli che dureranno.
Quarant'anni, presto lui se ne andrà. Ma il mio uomo veglia al mio fianco.
Cinquant'anni, intorno a me giocano daccapo dei bimbi.
Rieccomi con dei bambini, io e il mio diletto.
Poi ecco i giorni bui, mio marito muore. Guardo al futuro fremendo di paura, giacché i miei figli sono completamente occupati ad allevare i loro.
E penso agli anni e all'amore che ho conosciuto.
Ora sono vecchia. La natura è crudele, si diverte a far passare la vecchiaia per pazzia. Il mio corpo mi lascia, il fascino e la forza mi abbandonano. E con l'età avanzata laddove un tempo ebbi un cuore vi è ora una pietra.
Ma in questa vecchia carcassa rimane la ragazza il cui vecchio cuore si gonfia senza posa. Mi ricordo le gioie, mi ricordo i dolori, e sento daccapo la mia vita e amo.
Ripenso agli anni troppo brevi e troppo presto passati. E accetto l'implacabile realtà "che niente può durare".
Allora apri gli occhi, tu che mi curi, e guarda non la vecchia scorbutica... Guarda meglio e mi vedrai".
Quanti volti, quanti occhi, quante mani incrociamo, ogni giorno.
Che cosa guardiamo? Le rughe, le ostilità, i dubbi, le durezze. E se imparassimo invece a guardare i sogni, i palpiti, gli amori spesso così accuratamente nascosti?
(da Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù? Piccole storie per l'anima)
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IL VECCHIO E IL BAMBINO
Tra poco sarà di nuovo Natale.
Il vecchio stava seduto sulla solita vecchia sedia, davanti alla solita vecchia piazza di un vecchio paese.
Il bambino si avvicina chiedendo:
"Vecchio, quanti Natali hai visto?"
"Ho visto tanti Natali"
Il vecchio rispose senza neanche guardare il bambino.
"E quante cose hai fatto?"
"Ne ho fatte tante"
Anche questa volta il vecchio non volse lo sguardo al bambino. [...]
"Dimmene qualcuna"
"Quando ero giovane come te ho giocato, ho pescato, ho baciato la mia prima donna, poi mi sono sposato, ho iniziato a lavorare, ho fatto tre figli che hanno fatto altri figli, ho smesso di lavorare e ho cominciato a guardare la piazza"
Al vecchio brillavano gli occhi, ora guardava il bambino.
"E tu?", disse, "quante cose hai fatto"
Il bambino, inorgoglito da tale domanda rispose
"Nessuna, ma ho intenzione di giocare, pescare, studiare, baciare la mia prima donna, sposarmi, iniziare a lavorare, fare 3 figli che faranno altri figli, smettere di lavorare e sedermi lì dove sei seduto adesso a continuare a guardare la piazza, così potrò rispondere al bambino di domani"
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