L'ESEMPIO DEL VECCHIO GERE PER LA RIDUZIONE DEI RUT

Dibattito sulla raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti
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Carlo Trotalli
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Joined: Saturday 27 June 2009, 20:05

L'ESEMPIO DEL VECCHIO GERE PER LA RIDUZIONE DEI RUT

Post by Carlo Trotalli »

L'esempio del vecchio Gere per la riduzione dei Rut

Quello che vi illustrerò potremmo definirlo un immagine di “paesaggio antropologico” molto familiare a Oga fin non molti anni fà; i più giovani forse non lo ricorderanno i giovanissimi forse non l'hanno mai visto, ma chi è della mia età in su ha ancora impressa nella memoria questa immagine suggestiva che ha segnato Oga per tanto tempo.

Quando le tenebre erano ormai scese su tutta Oga da ormai 25 minuti, dalla sua dimora “in font Oga” con le sue scarpe chiodate, sempre ben unte (che solo negli ultimi tempi furono sostituite con le più comode scarpe di stoffa con la cerniera) usciva il vecchio Gere, un omino non tanto grande ma neanche piccolo, il cui aspetto nella sua modesta e semplice eleganza rievocava il secondo dopoguerra e la pettinatura in particolare coi capelli pettinati all'indietro richiama alla mente quella di Ezio Vanoni, giovani di un altra generazione, uomini di un altro tempo;
Gere era un uomo semplice un uomo di pace, anzi a dire il vero non credo di aver mai visto un uomo più pacifico di lui, credo nessuno lo abbia mai visto arrabbiato.
Tutte le sere 25 minuti dopo l'imbrunire, e 12 minuti dopo l'accensione dei grossi lampioni che all'epoca ancora ogivali come dei grossi pentoloni elettrici attaccati sui pali diffondevano nel paese una luce biancastra; un po' più scura e fosca di quella dei neon, con non rari spazi di ombra fra un lampione e l'altro; Gere, con la precisione di un antica meridiana quando la luce nel paese aveva raggiunto quel giusto grado di ombra, quando nessuno era ormai più in giro perché quasi tutti in quel momento erano nella propria casa e sul tavolo sotto un lampadino a incandescenza gustavano un piatto di minestra calda, lui usciva, in mano aveva il “sedelin” e piano piano parlando da solo si incamminava sempre piano piano a piccoli passi con un andatura inconfondibile su su de “mez Oga” ; Gere in questo cammino parlava sempre da solo, nessuno è mai riuscito a decodificare i suoi discorsi, a volte i mocciosi si appostavano dietro gli angoli delle case , e lo seguivano nel buio senza farsi notare per cercare di decodificare e capire il contenuto di queste misteriose parole sussurrate, ma niente da fare nessuno è mai riuscito nell'impresa. Certo è che dovevano essere discorsi anche piuttosto articolati se talora agitando il “sedelin” li accompagnava pure con piccole e semplici gesticolazioni; gli uomini impegnati a quell'ora nelle stalle in centro al paese, quando sentivano dall'esterno quel borbottio inconfondibile, unito al cigolio del sedelin sapevano che era Gere che stava passando, il quale assorto in quei pensieri e in quei discorsi con sé stesso quasi non si accorgeva se qualcuno lo incrociava per la strada, ma se quel qualcuno lo salutava, allora quasi colto di sorpresa rispondeva con un rispettoso “Saludi” un saluto e una cortesia d'altri tempi, quindi riprendeva il discorso interrotto con se stesso e continuava il cammino, su su de mez Oga, fino a una meta prestabilita, la casa dei “Trepalin” li era giunto a destinazione, entrava in casa passavano circa 10 minuti, ma a volte potevano essere 12 o 15 che Gere usciva e riprendeva il cammino verso casa, piano piano a piccoli passi per non scivolare, riprendeva anche il suo discorso con sé stesso, o forse con uomini d'altri tempi con cui lui immaginava di discutere, ma stavolta al borbottio delle parole non era più accompagnato alcun gesto, il sedelin era tenuto in un religioso equilibrio affinché neanche una goccia traboccasse all'esterno, il coperchio sul sedelin aiutava nell'opera, lo sguardo era fisso in basso per guardare dove mettere i piedi e se le scarpe chiodate avessero ceduto su una vena di ghiaccio tutto poteva essere perduto ma il sedelin no! Quello doveva assolutamente essere tenuto in salvo;
Gere era stato a comprare il latte.
Il latte per la minestra di latte, il latte per il caffè e latte, il latte da “sflorar” al mattino seguente per ricavarci la panna.
Gere non consumò mai un cartone di latte in tutta la sua vita, non produsse un grammo di rifiuti per comprare il latte, di lui non ci rimane il cumulo di rifiuti in discarica che tutti lasciamo, ma solo il suo “sedelin” , virtuoso ricordo di un uomo d'altri tempi che ancor oggi ha molto da insegnarci.
Carlo Trotalli
planta de poirif
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Joined: Saturday 29 March 2008, 17:29

Re: L'ESEMPIO DEL VECCHIO GERE PER LA RIDUZIONE DEI RUT

Post by planta de poirif »

carlo , hai raccontato talmente bene la camminata di Gere fino da Patrizi per "prendere il latte" che mi e' sembrato di vederlo salire un po' curvo, a passettini veloci.
Fa parte anche lui dei ricordi del paese e ogni tanto parlando si dice: " se regordesc Gere?"
Sai che mi e' sembrato quasi di ricordarne la voce?
Forse quella me la ricordo anche perche' quando si slittava o' de mez oga, rendendo la strada innevata ghiacciata, e pericolosa per le mucche, sentivamo la sua voce che ci rincorreva ( senza gridare veramente e senza vera cattiveria e infatti nessuno aveva veramente paura) : "Porchi de Porchi!"
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